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Visualizzazione dei post da marzo, 2018

Gestire le emozioni è una delle competenze fondamentali dell’intelligenza emotiva.

Gestire le emozioni non significa controllarle, reprimerle o mascherarle, soprattutto quando sono negative. Significa riconoscere le emozioni che stiamo provando e fare in modo che le azioni che ne conseguirebbero siano appropriate alla situazione. E’ appropriato provare paura di fronte a una tigre che ci assale e quindi fuggire, ma non è appropriato provare la stessa paura in un colloquio di lavoro e scappare. Gestire le emozioni significa non permettere ai nostri stati d’animo di guidare i nostri comportamenti. Come dice un saggio tibetano “ la collera non sopprimetela, ma non agite sotto il suo impulso ”. Per quanto sia facile essere d’accordo con questa affermazione, nella pratica quotidiana è estremamente difficile impedire che le emozioni abbiano il sopravvento sui nostri comportamenti. Un modello messo a punto da James Gross della Stanford University si basa sulla successione cronologica delle situazioni che possiamo vivere quotidianamente e indica differenti strategie di

LE 10 EMOZIONI POSITIVE

Ecco la lista delle  10 emozioni positive principali, individuate dalla Fredrickson,  messe in  ordine decrescente di frequenza , dalla più vissuta alla meno sperimentata. Lasciati l’opportunità di scorrere l’elenco e chiediti:  “Quando ho fatto l’ultima esperienza completa di questa emozione?”   Le risposte possono sorprenderti. GIOIA La  gioia  avviene in un  istante  – il  momento perfetto  quando  tutto è esattamente come dovrebbe essere . Pensa a una meravigliosa festa di festa con la famiglia, un regalo inaspettato che ti piace tantissimo, o il primo sorriso sul volto del tuo bambino. Cosa ti porta GIOIA? GRATITUDINE La  gratitudine  è quel momento in cui realizzi che qualcuno ha fatto qualcosa di importante per te o semplicemente ti senti sopraffatto dall’ apertura del tuo cuore , dopo esserti emozionato in qualche modo. Con la gratitudine arriva anche una sensazione di restituire o  “ricompensare” in qualche modo . Quando hai ultimamente sperimentato una profonda

Percorsi di Sostegno Psicologico a Roma ed Udine

Consulenza e Sostegno psicologico La  Consulenza  e il  Sostegno psicologico  sono percorsi finalizzati ad orientare, promuovere, sostenere e sviluppare le potenzialità della persona,  aiutando a reperire strategie idonee alla risoluzione delle problematiche incontrate  e stimolando le risorse personali . Risultano utili laddove  non venga riscontrato un disturbo psicologico ,  quanto piuttosto una specifica difficoltà quotidiana  (affrontare una situazione critica, prendere una decisione, trovare una soluzione funzionale ai problemi incontrati, migliorare una relazione coniugale, familiare, affettiva, professionale o amicale). La consulenza e il sostegno psicologico sono  interventi non terapeutici  che si declinano in percorsi differenti a seconda degli ambiti in cui sono effettuati (quali ad esempio la Psicologia del Benessere, la Psicologia Scolastica, la Psicologia dello Sport, la Psicologia Giuridica, ecc..). La consulenza psicologica La  Consulenza psicologica

Voglia di star bene

Voglia di stare bene e scoprire che è possibile Chi è che non vuole  stare bene ? Credo nessuno, poi bisognerebbe chiarirsi facendo due conti, valutando  quanto siamo disposti a mettere sul piatto perché ciò avvenga. Esiste uno  stare bene  solo nella nostra testa o in qualche altra parte della nostra coscienza, una condizione idealizzata difficile, se non impossibile, da realizzare. In questo caso  c’è da attraversare un mondo di fantasia, pieno d’illusioni e motivato da impulsi fuorvianti che ci porteranno necessariamente a farci deragliare dalle rotaie del buon senso. Questa condizione è pericolosa perché troverà, sempre e comunque, il modo di imporre questa visione nei confronti altrui, ritenendoli a suo dire, responsabili almeno in parte, di uno stato che impedisce quello stare bene che ci siamo imposti alzando l’asticella al punto tale da non poterla travalicare. L’essere umano è fatto così, parla tanto, agisce poco , e se ne guarda bene dall’essere coerente, sguazzand

Emozioni positive...

Le Emozioni positive: interesse, euforia, stupore, tenerezza, sollievo L’ interesse  spiega la propensione all’apprendimento e all’esplorazione attiva (Lazarus, 1991). L’interesse è tra le emozioni positive con un’alta attivazione e capacità di controllo, nonostante abbia una valenza edonica minore rispetto alle emozioni della gioia, euforia e del divertimento (Ciceri, 2015). Alcuni studi effettuati sull’interesse (Ryan e Deci, 2000) hanno messo in evidenza che mentre viene svolta un’attività, l’interesse ha una funzione stimolante sulla durata del coinvolgimento, sulla volontà a ripetere tale attività e sullo sviluppo delle competenze impiegate. L’interesse favorisce l’individuo nella comprensione del testo e nel ricordare il materiale esaminato, tanto maggiore è l’interesse per il testo (Silvia, 2001, 2005, 2006). L’ euforia  secondo Barenbaum (2002) attua una trasformazione corporea per cui l’individuo si sente fuori dal mondo. Il corpo è attivato e ne deriva una sp

Parlando di Emozioni positive

Di cosa sono fatte le emozioni “positive”? Oltre ai modelli già citati per lo studio delle emozioni, Ciceri (2015) pone l’accento sulle ricerche che si sono proposte di individuare le componenti specifiche delle emozioni “positive”. Tutte le emozioni sono in realtà utili e positive, ma comunemente definiamo “positive” quelle piacevoli, mentre “negative” quelle più scomode come rabbia e tristezza. Alcune ricerche hanno esaminato i resoconti verbali di esperienze soggettive, da cui sono stati estratti fattori o dimensioni caratterizzanti. Da questi studi (Watson et al., 1999; Tellegen, Watson e Clark, 1999; Argyle e Crossland, 1987; Tong, 2007) sono emerse quattro componenti, presenti in tutte le emozioni positive, seppur in gradi diversi: la  concentrazione  o assorbimento; il senso di  potenza  o raggiungimento di un obiettivo; l’ altruismo , o messa in atto di risposte a esigenze sociali; la  spiritualità , intesa come ciò che rende le esperienze serie
Platone  considerava le emozioni importanti quanto la ragione e i bisogni fisici di base, Aristotele le considerava tendenze biologiche di base nell’esperienza affettiva (Averil, More, 1993), analizzando la relazione tra convinzioni ed emozione, concezioni oggi riprese dalle attuali teorizzazioni (Lazarus, 1999). Cos’è un’emozione? Le emozioni sono stati affettivi intensi e di breve durata, hanno una causa precisa scatenante, che può essere sia interna che esterna, con un contenuto cognitivo definito. Le emozioni hanno un inizio, una durata e una fase di attenuazione caratterizzata dalle espressioni facciali e il relativo comportamento adattivo (D’Urso, Trentin, 2006). Alcuni studiosi sostengono che ci siano 2 stati emotivi di base,  felicità e tristezza  (Weiner, Graham, 1984); altri sostengono che ci siano  9  o più emozioni di base. Queste divergenze hanno portato alcuni ricercatori a rifiutare completamente il concetto delle emozioni di base (Averill, 1994; Shweder, 1994).