Passa ai contenuti principali

Le cause della dipendenza affettiva

 



Iniziamo con il dire che nessuno può essere immune del tutto dalla dipendenza affettiva e non stiamo parlando solo di quella che si verifica all'inizio di una relazione, ma di quella che gli esperti definiscono "disfunzionale". In generale, le caratteristiche di chi soffre di dipendenza affettiva corrispondono in parte a quelle di presenta il Disturbo Dipendente di Personalità. Per queste persone, infatti, la propria autostima, personalità e considerazione di sé sono legate alla presenza di una relazione salda e stabile.

Dietro a questi disturbi, ci sono delle cause che possono portare più facilmente di altre a questa condizione. La maggior parte delle cause della dipendenza affettiva risalgono al periodo dell'infanzia della persona dipendente.

  • Gli (ex) bambini iperprotetti: ancora oggi, molti genitori commettono l'errore di sostituirsi ai figli nel prendere decisioni. Tutto ciò ha delle ripercussioni nell'età adulta. Così, la maggior parte dei dipendenti affettivi risulta non essere in grado di agire in maniera autonoma e hanno bisogno di consultare qualcuno che, essenzialmente, dica loro che cosa fare.
  • Chi ha subito il trauma di un abbandono: percepire il senso dell'abbandono sin dall'infanzia porta a due comportamenti estremamente differenti. Il primo è quello della mancanza di fiducia negli altri e un inevitabile rifiuto ai legami, mentre il secondo è quello dell'attaccamento quasi morboso al partner, accettando qualsiasi cosa pur di non dover vivere l'ennesima separazione.
  • Coloro che non riescono a stare da soli: questa caratteristica può prescindere dall'infanzia del dipendente affettivo. Infatti, molte persone nell'età adulta riscontrano delle serie difficoltà a stare in solitudine e, quindi, tendono a fare affidamento esclusivo e ad attaccarsi al partner nonostante i rischi che questo comporta. Sapere di avere una relazione - benché questa possa essere considerata tossica e porti poca o addirittura alcun tipo di felicità - è sufficiente a placare la paura dei dipendenti affettivi del vivere senza qualcuno al loro fianco.

Commenti

Post popolari in questo blog

Il significato delle Emozioni di una Fotografia

Dal lontano 19 Agosto 1839, giorno della nascita della Fotografia, ne è passata di acqua sotto i ponti e tanti scatti sono stati fatti.  Ma la Fotografia è in continua evoluzione. La fotografia si può considerare un mondo a parte, un mondo che racchiude davvero una sfaccettatura incredibile di aspetti. Ora più che mai sappiamo che le fotografie hanno il potere di emozionare, di comunicare un messaggio e di lasciare un’impronta indelebile nella nostra memoria. Catturare un momento, un’emozione, un paesaggio o un’esperienza tramite una fotografia è un’arte che richiede talento, ma anche sensibilità ed empatia. Le immagini hanno il potere di farci ridere, piangere, riflettere e ci fanno sentire parte di qualcosa di più grande di noi stessi. In queste poche righe, esploreremo il   significato dell’emozione di una fotografia , cosa comunica e il potere che hanno le immagini.  C'è una moltitudine di cose che può far emozionare in una fotografia. Potrebbe essere il sorriso di un...

Il Bianco e Nero in fotografia e l'interpretazione Psicologica di questi colori

Nell’ombra c’è il nostro mondo sconosciuto, nella luce quello conosciuto.  E l’unione tra i due dà vita a una danza di luci irresistibile per qualsiasi animo  pronto a cogliere la bellezza della vita.  Gli effetti delle foto in bianco e nero emozionali sono dirompenti. Il bianco e nero ci porta alla connessione con ciò che sta accadendo  realmente nella foto.  Perché è molto diretto. È fatto di gradazioni di luminosità.  Il bianco e nero non ha vie di mezzo.  Ti mostra la vera natura di ciò che è rappresentato. Se la fotografia c’è, se il soggetto ha un’emozione reale da comunicare,  allora le fotografie in bianco e nero esprimono quel sentimento.  Ti connettono emotivamente.  Sono foto in bianco e nero di emozioni.  Le ombre ci attirano, perché ci trascinano fino a portarci in connessione  con l’inconscio. Con la parte più oscura di noi.  La più misteriosa.  Ma anche la più vera, in fondo.  Le luci, invece, ci s...

OdontoFobia e l'Aiuto Psicologico

L’ansia nei confronti del dentista – Odontofobia – e’ una paura piuttosto comune.  Ma in alcune persone è però così forte che esse trovano come unica via d’uscita quella di non andare nello studio dentistico, con conseguenze spiacevoli per la loro salute orale. Si ritiene essenziale andare a sconfiggere l’ansia sottostante e non tanto la paura che ne consegue; dei passi utili possono comunque essere fatti andando a creare le condizioni adatte ad una buona alleanza terapeutica paziente-medico odontoiatra. Per fare ciò è importante riuscire a capire cosa cerca il paziente e cosa teme: in questo modo sarà possibile rispettare i suoi tempi, risolvere dubbi, abbassare il livello d’ansia. Il paziente è unico ed è considerato come persona e non come “bocca” da curare, ecco perché le soluzioni verranno ideate in base a chi ci si trova di fronte di volta in volta. Lo Psicologo ha lo scopo di ascoltare il paziente e di scoprire con lui ciò che lo disturba e spaventa per poi, a seconda delle ...