La medicina olistica è una disciplina che rientra nel concetto più generale di olismo.
Secondo l’olismo (dal greco olos, tutto; il termine è stato coniato da Jan Christiaan Smuts – 1870-1950 – nel 1926, Holism and Evolution; Smuts è stato un filosofo e politico sudafricano) le proprietà di un dato sistema non possono essere determinate dalla somma delle sue componenti, bensì è il sistema in generale che determina il comportamento delle parti (l’intero è maggiore della somma delle sue parti, Aristotele, Metafisica); l’opposto dell’olismo è il riduzionismo secondo cui un sistema può essere studiato riducendolo alle sue parti fondamentali.
L’obiettivo fondamentale di chi lavora con l’ausilio di tecniche olistiche non è semplicemente quello di considerare l’uomo come interconnesso con il sistema ambiente, nell’ottica in cui tutto è interdipendente o – come afferma qualcuno – abbracciando la prospettiva secondo cui “tutto è uno”, bensì riuscire ad ampliare il livello di coscienza (o consapevolezza di sé) fino ad arrivare a vedere che solo noi stessi siamo in grado di creare benessere e armonia nella nostra vita, nessuno può farlo al nostro posto.
Molti si affidano a lunghe e costose terapie, altri si rifugiano nella preghiera, dunque affidano a qualcuno di diverso da sé la chiave per ritrovare la felicità smarrita o la soluzione a tutti i loro problemi esistenziali.
Chi inizia un percorso di crescita personale anche in campo olistico, avvia un graduale processo di trasformazione del proprio stile di vita, del modo in cui si interagisce e si comunica con gli altri, per cui si reagisce diversamente alle critiche o alle delusioni che ognuno di noi sperimenta sul proprio cammino.
Ciò che c’è alla base della medicina olistica, quindi, è una visione dell’uomo concepito come un’unità di corpo, mente e spirito inserita in un determinato ecosistema; i sostenitori della medicina olistica contestano alla medicina tradizionale la logica di causa-effetto, una logica che “non tiene conto della sensibilità dell’individuo”; secondo i sostenitori della medicina olistica, invece, è necessario avere un approccio che tenga conto di tale sensibilità e tenti di riportare il soggetto nel suo “centro”, centro dal quale partono intenzioni e speranze.

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