I truffatori online sanno bene come manipolare i bisogni affettivi e le insicurezze delle loro vittime. Creano profili falsi su piattaforme di incontri, social network o addirittura forum tematici, presentandosi come persone affettuose, comprensive e, soprattutto, "in cerca di amore vero". Spesso si spacciano per uomini di successo, con carriere brillanti e vite affascinanti, ma in realtà sono abili manipolatori. Dopo aver instaurato una relazione virtuale, che può durare settimane o mesi, iniziano a chiedere soldi con pretesti vari: problemi improvvisi, emergenze sanitarie o crisi economiche momentanee.
Secondo i dati delle forze dell'ordine e delle associazioni che si occupano di cyber crime, le donne sopra i cinquant'anni sono particolarmente esposte a questo tipo di truffe. Non si tratta di ingenuità o mancanza di esperienza, ma di un bisogno umano di connessione e intimità che, in un momento di solitudine, può offuscare anche il giudizio più razionale.
In questa tipologia di truffa, il truffatore non si limita a mentire, ma costruisce un'intera identità fittizia, un simulacro di relazione, che appare reale e convincente.
Questo inganno funziona perché sfrutta bisogni autentici di connessione e affetto.
Per molte donne mature, la fase della vita in cui i figli sono cresciuti e l'attenzione verso se stesse può riemergere coincide con un periodo di maggiore vulnerabilità emotiva. Si cerca qualcuno che possa riempire spazi affettivi lasciati vuoti, e l'ambiente digitale, con la sua promessa di incontri globali e potenziali affinità profonde, diventa terreno fertile per i truffatori.
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