Il termine “olistico” resta la definizione più appropriata per definire ai pazienti un approccio globale alla salute. La visione olistica considera il nostro organismo come uno e unico e come tale va curato.
Quando si parla di “approccio olistico” non si esclude a priori un necessario e razionale “atteggiamento scientifico” nei confronti delle terapie, ma lo si aggiunge e lo si integra ad altri metodi di ricerca e di cura che non sono (ancora) del tutto misurabili e verificabili con gli attuali strumenti scientifici. Le emozioni, ad esempio, mal si prestano ad essere quantificate e misurate dagli scienziati, eppure ricoprono un ruolo fondamentale nell’esistenza, nell’esperienza e nella guarigione umana. Ciò non significa ovviamente che dobbiamo credere a tutto e fidarci di tutti i terapisti senza valutare in prima persona l’efficacia di un trattamento, solo perché esso appartiene al variegato “mondo olistico”. Rimane sempre fondamentale, infatti, fidarsi in primis di se stessi e sentire in tempo reale, nel breve e nel lungo termine, come ci fa sentire e cosa produce in noi ogni trattamento a cui ci affidiamo.
La psicologia olistica è il modo in cui tale concezione teorica diventa un approccio terapeutico.
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