Le emozioni fortemente represse
Rabbia e dolore, paura e piacere
Sono queste le principali emozioni che chi soffre di anestesia emotiva tende a reprimere. Spesso alla base vi possono essere dei traumi del passato o un’educazione rigida, dove l’espressione delle emozioni è stata criticata o repressa (es. “smettila di piangere”, “un uomo non reagisce così”), che hanno generato una riduzione della capacità di “sentire”. Così la persona ha imparato a inibire l’ascolto delle emozioni per non subire il rimprovero, per accontentare l’altro, per fingere di essere adulto o banalmente per non soffrire.
Inibire l’ascolto di un’emozione, purtroppo però, genera un’anestesia emotiva a 360°, ovvero si va ad impattare su tutto lo spettro emozionale. E’ così che chi presenta l’anestesia emotiva fatica pure a provare emozioni quali gioia e piacere. Finisce così per risultare “emotivamente piatto”.
Il corpo che parla
Le sensazioni fisiche di chi soffre di anestesia emotiva risultano spesso amplificate. E’ il corpo che somatizza. Per questo motivo spesso la persona soffre a livello fisico. Ha problemi di stomaco, ansia forte e senso di pesantezza al petto, emicrania, panico, gastrite. Rimane quindi l’ascolto dei sintomi fisici, venendo meno quello emotivo. La persona fatica a verbalizzare l’emozione che sta provando (si parla in questo caso di alessitimia), mentre riesce bene ad individuare i fastidio a livello fisico.
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