MAL DI SCHIENA... NON SEMPRE CAUSATA DA FATTORI FISICI. A VOLTE BISOGNA VEDERLA IN CHIAVE PSICOLOGICA!


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Capita a tutti di attraversare un momento difficile e di avere la sensazione fisica di portare sulle spalle il peso dei problemi. Non a caso nel linguaggio quotidiano si dice portare un fardello, metafora che evoca l’immagine di una persona curva sotto un peso. Il mal di schiena è un problema molto diffuso, una patologia dai costi economici e sociali estremamente elevati. Conoscerne le cause di origine e le strategie per combatterla è di fondamentale importanza sia in ambito preventivo che riabilitativo-terapeutico. Ad esempio il mal di schiena è risultata essere una malattia multifattoriale. La lombalgia può insorgere per cause estremamente diverse tra loro, presupponendo così un intervento terapeutico diverso per ogni circostanza.

Prevenire il mal di schiena è possibile. A un primo stadio, o livello di prevenzione primaria, abbiamo l'acquisizione delle corrette abitudini di vita. A un secondo livello o prevenzione secondaria troviamo invece interventi rieducativi che coinvolgono molte figure professionali come medici, terapisti della riabilitazione, professionisti in scienze motorie per ristabilire le condizioni precedenti al trauma e allontanare il rischio di eventuali recidive tramite un programma educativo-riabilitativo. Tra i diversi fattori predisponenti al mal di schiena vi sono anche il riposo notturno difficoltoso, il sovrappeso, eccessivi stress fisici e/o psicologici. Preoccupazioni, ansia ed altri problemi che interessano la sfera psicologica e sociale possono infatti incrementare il normale tono muscolare. Questo eccesso di tensione, che a lungo andare si traduce in una contrattura muscolare permanente, può essere una causa di dolore alla bassa schiena.

Spesso accade che nonostante vari esami clinici e trattamenti, i dolori alla schiena non riescano ad essere ricondotti a una precisa patologia, né si riesca a risolvere definitivamente il dolore che rimane in sottofondo.
La muscolatura appare irrigidita, la zona lombo-sacrale sembra un pezzo di legno, ma perché, nonostante si adottino posizioni più corrette nello stare seduti o a letto, ricompare quel fastidioso dolore? E se la sua origine fosse da ricercare in un ambito che non è quello solo strettamente somatico?
Da tempo è stato appurato che mente e corpo si influenzano reciprocamente. In seguito alla rapida crescita delle nostre conoscenze sul cervello, il sistema ormonale, il sistema nervoso e altri processi fisiologici-mentali, gli scienziati e i teorici del funzionamento mentale sono diventati molto più consapevoli di quanto sia artificiale la tradizionale distinzione cartesiana tra mente e corpo. Alcune persone sembrano soffrire di continue patologie fisiche non del tutto riconducibili a una condizione nota o a un agente patogeno. Allora che dire di quelle persone che si sentono sulle spalle il peso dei problemi, come se l’immagine mentale del peso si traducesse realmente in un atteggiamento del corpo, il quale sente dolore per una continua contrattura della schiena sulla quale simbolicamente vengono portati i pesi?
Un personaggio della mitologia greca, Atlante, era rappresentato con tutto il globo terrestre sulle proprie spalle: era lui a sostenere il mondo intero. Una metafora per indicare un modo di essere e di stare con gli altri che a lungo andare può non rappresentare più una soluzione funzionale per rapportarci con noi stessi e con gli altri.
Allora forse vale la pena di interrogarci un po’: tendo a farmi carico di tutti i problemi? Mi sento tendenzialmente ansioso/a? Voglio che tutto funzioni sempre per il meglio? Mi sento responsabile di tutto ciò che accade anche quando sarebbe ragionevole non farlo? Non mi sento sufficientemente apprezzato/a per quello che faccio?
Che fare? Accertato che il dolore non è provocato da patologie a carico della colonna vertebrale, può essere molto utile affiancare tecniche che rilassano la muscolatura ad una indagine psicologica dell’ ansietà.
Un aiuto psicologico potrebbe essere utile per trovare sollievo nel liberarsi poco alla volta di un atteggiamento mentale che porta a sentire tutto come un peso e per imparare che il mondo forse non è proprio tutto sulle proprie spalle. Forse sentirsi responsabili di tutto ciò che accade può essere funzionale a qualche motivazione più profonda il cui significato sfugge rendendo la vita così “pesante”.
Ecco allora che permettersi uno spazio di ascolto e di aiuto psicologico può essere un investimento per il futuro, per evitare che quel mal di schiena diventi cronico e per rendersi conto che liberarsi dal “fardello” non porta a nulla di catastrofico, al contrario potrebbe portare al beneficio di sentire la vita e gli eventi come meravigliose opportunità.


( BIBLIOGRAFIA 
A. Baldo, articolo pubblicato su “Giornale di Brescia”, Pagina Medicina e Salute
B. PDM, Manuale diagnostico psicodinamico, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2006)
 

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