L'AUTOSTIMA...
COME AUMENTARLA PER STARE MEGLIO!
Non sono poche le persone che avvertono, di tanto in tanto, un senso di disagio, di insoddisfazione, di malessere che tentano di compensare immergendosi in attività, a volte frenetiche, o assumendo atteggiamenti di superiorità o di «potenza». La ragione di ciò è riconducibile alla nostra coscienza affettiva, al sentimento che proviamo per noi stessi che influenza tutte le nostre azioni e che non ha mai ricevuto l'amore e l'accoglienza che avremmo voluto. Siamo stati educati al «ti voglio bene se... farai il bravo, se ascolterai i genitori, gli insegnanti, Dio...».
È mancato a tutti noi l'amore incondizionato, in altre parole: «Ti voglio bene per quello che sei».
Noi stessi ci amiamo se... siamo belli, bravi, se seguiamo le regole, se non commettiamo errori...
Dobbiamo invece imparare ad amarci comunque. Questa è l’autostima, la stima di sé per le qualità positive che tutti abbiamo e che troppo spesso diamo per scontate.
Il nostro comportamento viene consolidato dagli effetti che produce sugli altri.
Se in una situazione, comportandosi in un certo modo, si ottengono attenzione, gratificazioni, dimostrazioni di affetto o premi, si tenderà a comportarsi in uguale maniera nella stessa situazione o in situazioni simili.
Ad esempio, se un allievo viene gratificato per il suo impegno sia dai genitori che dagli insegnanti, sicuramente continuerà a studiare, comportandosi da allievo diligente...
L'attenzione è un fondamentale bisogno umano.
Molti studi hanno dimostrato che la mancanza di attenzione è uno degli eventi più dolorosi della vita a qualsiasi età. Un altro effetto del nostro comportamento potrebbe essere il sollievo dall'ansia, dal dolore e dalla paura.
Ad esempio, la persona che evita di affrontare una situazione da lei temuta, ottiene un notevole sollievo. Questo è un altro effetto che mantiene il comportamento, in tal caso, di fuga o di evitamento. Coloro che non affrontano le responsabilità della vita sono spesso guidati da questo meccanismo.
Un altro effetto del comportamento potrebbe essere la punizione. Cosa intendiamo per punizione? Ad esempio, se l'allievo disturba, l'insegnante lo riprende... se il bambino disubbidisce, il genitore lo sgrida oppure... lo sculaccia... Se una persona offende l'interlocutore o lo prende in giro, questi può giustamente offendersi. Arrabbiarsi o mortificarsi. Molti sono convinti che la punizione sia l'unico mezzo per eliminare un comportamento indesiderato. In realtà, la punizione non sopprime il comportamento scorretto. L'alunno continua a disturbare, il bambino a disubbidire e la persona aggressiva mantiene la sua condotta. Per quale motivo ciò si verifica? Perché attraverso la punizione viene data attenzione all’altra persona... e l'attenzione è un bisogno fondamentale.
L'unico effetto che elimina completamente un comportamento indesiderato è l'indifferenza.
Riflettiamo su ciò che di solito accade: quando ci comportiamo bene nessuno ci dice nulla perché «abbiamo fatto il nostro dovere», quindi i comportamenti positivi sono dati per scontati e producono indifferenza. Quando sbagliamo, tutti sono pronti a sottolineare il nostro errore, difetto o mancanza e, in tal modo, ci danno attenzione. A causa di questo condizionamento, siamo portati a dare per scontate le nostre qualità, i nostri pregi e quelli altrui, mentre siamo attenti ai difetti, alle mancanze e agli errori nostri e delle persone che ci circondano. Questa è la causa del fenomeno della bassa autostima che, in misura maggiore o minore, tutti viviamo, favorita anche da errate interpretazioni di alcuni insegnamenti religiosi che portano alcune persone a sentirsi in colpa quando si lodano. Alcune convinzioni errate sottolineano, per contro, che la persona disposta ad ammettere i suoi difetti ed errori è una persona «debole». L'autostima può essere appresa mediante semplici tecniche che si rifanno, prevalentemente, alla scuola cognitiva di Albert Ellis e Aaron T. Beck secondo il principio: «Pensa bene e ti sentirai meglio». L'autostima è l'atteggiamento che ciascuno di noi ha nei confronti di se stesso. Comprende l'aspetto cognitivo, ossia le opinioni che ognuno ha di sé e che riguardano: il suo aspetto fisico, le sue emozioni, la sua vita affettiva e sociale, le sue conoscenze, la sua professione, la sua moralità, il raggiungimento degli obbiettivi prefissati; in altre parole la sua autorealizzazione; l'aspetto emotivo, ossia cosa la persona prova nei propri confronti, come ad esempio: affetto, indifferenza, ostilità; l'aspetto comportamentale, ovvero come la persona si comporta nei suoi riguardi: se ha rispetto di sé, se soddisfa i suoi bisogni, se sa creare delle condizioni soddisfacenti per sè, se cura la sua salute, ecc.
L'autostima non va confusa con un atteggiamento di superiorità, infatti può essere posta al centro di un continuum alle cui estremità sono collocate le due manifestazioni estreme della bassa autostima:
SOTTOVALUTAZIONE DI SÉ >> la persona vede solo i suoi difetti
AUTOSTIMA >> la persona vede sia i suoi pregi che i suoi difetti
SOPRAVVALUTAZIONE >> la persona vede solo i suoi pregi
Dal libro "Autostima" di M.C. Strocchi (Ed. San Paolo)
Sia la persona che si sottovaluta, sia la persona con un atteggiamento arrogante hanno una bassa autostima, in quanto la persona che ha un sano amore per se stessa ammette con serenità sia i suoi pregi che i suoi limiti, cercando di migliorare. La frase chiave di una persona che si stima potrebbe essere: «Amo me stessa per quello che sono, ma posso migliorare». In genere riscontriamo due atteggiamenti opposti: l'atteggiamento di chi da sempre la colpa a se stesso per ogni errore o situazione e l'atteggiamento di chi da sempre la colpa agli altri. Entrambi non favoriscono l'autostima.È possibile, quindi, cambiare e acquisire una maggiore stima di sé per la propria salute e per la propria autorealizzazione. La bassa autostima è causa di:
• Paure e fobie
• Difficoltà interpersonali
• Ansia e insicurezza
• Dipendenza dal giudizio altrui
• Depressione
• Mancata realizzazione delle proprie potenzialità
La persona che ha stima di sé: non ha paura di sbagliare, stabilisce buone relazioni con gli altri, sa affrontare meglio le difficoltà e gli insuccessi della vita, non dipende dal giudizio degli altri e sa farsi rispettare, sviluppa le sue potenzialità.
Non si può amare se stessi se non si impara ad accettare le proprie debolezze. Un punto debole per molte persone è l'accettazione delle emozioni negative.
La nostra cultura ci spinge all'autocontrollo e molte |e persone reprimono emozioni frequenti, come paura, insicurezza, ansia, dolore, rabbia. Quando le vivono, si temono in colpa o si giudicano negativamente.
È molto importante anche imparare ad accettare i propri errori, debolezze, limiti e insuccessi. Chi accetta se stesso, si riconosce come essere umano fallibile e non si meraviglia né si angoscia troppo per il fatto di sbagliare. Riconosce seriamente gli aspetti spiacevoli della propria personalità, assume la responsabilità di tutte le sue azioni, senza dare la colpa agli altri o al destino e senza sentirsi in colpa più del dovuto. L'orrore dell'errore è un errore peggiore! L'accettazione di sé è un requisito fondamentale dell'autostima. Ciò è stato dimostrato anche da Maslow che, facendo un'indagine sugli individui felici, ha identificato una serie di bisogni fondamentali che ha riunito graficamente in una piramide
Dal libro "Autostima" di M.C. Strocchi (Ed. San Paolo)
L'AFFETTO SINCERO VERSO SE STESSI
Per acquisire la stima di sé, si deve imparare ad avere una disposizione positiva, amichevole, comprensiva e benevola verso se stessi, così da sentirsi in pace e non in guerra con i propri pensieri e sentimenti - anche se sgradevoli -, con la propria immaginazione e il proprio corpo. Si è capaci di gioire della solitudine senza disdegnare la compagnia e ci si trova bene con se stessi, nella propria pelle.
Molti hanno difficoltà a guardarsi allo specchio e a provare sentimenti positivi e amorevoli verso se stessi, per cui suggerisco un esercizio.
L'ATTENZIONE AI NOSTRI BISOGNI
Spesso, quando siamo in compagnia degli altri, mortifichiamo i nostri bisogni per accontentare gli amici. Ad esempio, abbiamo sonno ma facciamo finta di niente perché gli amici vogliono fare tardi, oppure abbiamo fame, ma aspettiamo che gli altri vadano a cena.
Oppure abbiamo un senso del dovere eccessivo e ci sacrifichiamo troppo per la famiglia o per il lavoro e non ci concediamo mai un momento per prenderci cura di noi. La persona che ha stima di sé preferisce il piacere al dolore e dice agli amici: «Mi ha fatto molto piacere stare con voi, ma ora sono stanca e vado a riposare», oppure: «Vado a prendermi uno spuntino per rompere il digiuno prima della cena». Si concede sempre un momento per sé pur amando la sua famiglia e il suo lavoro.
Dal libro "Autostima" di M.C. Strocchi (Ed. San Paolo)
Indizi positivi: la persona con una buona autostima
Indizi negativi: la persona che ha una bassa autostima
Indizi positivi:
Crede fermamente in alcuni valori e principi, ma è disposta a modificarli se nuove esperienze le dimostrano di essere in errore; in altre parole non è rigida.
È capace di agire come ritiene più giusto, senza sentirsi colpevole se qualcun altro non è d'accordo con lei.
Vive il più possibile nel presente, lasciando da parte il passato e non preoccupandosi eccessivamente per il futuro.
Ha fiducia nelle sue capacità ma è disposta a chiedere aiuto in caso di bisogno.
Si confronta con gli altri in modo sereno, solo su determinati aspetti, cercando di imparare dagli altri ad essere migliore, sentendosi comunque uguale agli altri ed evitando sentimenti di inferiorità e superiorità.
Ritiene di avere valore per le persone con cui ha rapporti di amicizia e di amore; in caso contrario, è disposta a interrompere relazioni insoddisfacenti.
Non si fa manipolare dagli altri, pur essendo disposta a collaborare con loro.
Riconosce e accetta in se stessa la presenza di emozioni e sentimenti sia positivi che negativi come parte della vita di tutti gli esseri umani.
Sa gioire di attività diverse ed è flessibile.
È sensibile ai sentimenti e ai bisogni degli altri.
Indizi negativi: la persona che ha una bassa autostima
Tende continuamente ad autocriticarsi per ogni errore, imperfezione, difetto.
È ipersensibile alle critiche e si offende facilmente per ogni piccola osservazione.
È indecisa e non sa mai cosa fare.
Ha sempre bisogno di essere accettata dagli altri e teme il loro giudizio, perciò tende ad essere compiacente.
È perfezionista e quindi è sempre insoddisfatta di sé.
Si sente spesso in colpa ed esagera l'entità dei suoi errori.
È sempre ostile, irritabile ed esplode facilmente anche per cose di poco conto.
Ha sempre bisogno di criticare e c'è sempre qualcosa che non va nelle situazioni e nelle persone che incontra.
Ha tendenze depressive, vede tutto nero... la propria vita, il futuro, è incline a una indifferenza generalizzata al piacere di vivere e alla vita stessa.
Per acquisire una maggiore autostima, dobbiamo acquisire le seguenti quattro caratteristiche:
L'APPREZZAMENTO DI SÉ. L'ACCETTAZIONE DI LIMITI, ERRORI. .. L'AFFETTO SINCERO PER SE STESSI. L'ATTENZIONE AI PROPRI BISOGNI.
Dal libro "Autostima" di M.C. Strocchi (Ed. San Paolo)
COME AUMENTARLA PER STARE MEGLIO!
Non sono poche le persone che avvertono, di tanto in tanto, un senso di disagio, di insoddisfazione, di malessere che tentano di compensare immergendosi in attività, a volte frenetiche, o assumendo atteggiamenti di superiorità o di «potenza». La ragione di ciò è riconducibile alla nostra coscienza affettiva, al sentimento che proviamo per noi stessi che influenza tutte le nostre azioni e che non ha mai ricevuto l'amore e l'accoglienza che avremmo voluto. Siamo stati educati al «ti voglio bene se... farai il bravo, se ascolterai i genitori, gli insegnanti, Dio...».
È mancato a tutti noi l'amore incondizionato, in altre parole: «Ti voglio bene per quello che sei».
Noi stessi ci amiamo se... siamo belli, bravi, se seguiamo le regole, se non commettiamo errori...
Dobbiamo invece imparare ad amarci comunque. Questa è l’autostima, la stima di sé per le qualità positive che tutti abbiamo e che troppo spesso diamo per scontate.
Il nostro comportamento viene consolidato dagli effetti che produce sugli altri.
Se in una situazione, comportandosi in un certo modo, si ottengono attenzione, gratificazioni, dimostrazioni di affetto o premi, si tenderà a comportarsi in uguale maniera nella stessa situazione o in situazioni simili.
Ad esempio, se un allievo viene gratificato per il suo impegno sia dai genitori che dagli insegnanti, sicuramente continuerà a studiare, comportandosi da allievo diligente...
L'attenzione è un fondamentale bisogno umano.
Molti studi hanno dimostrato che la mancanza di attenzione è uno degli eventi più dolorosi della vita a qualsiasi età. Un altro effetto del nostro comportamento potrebbe essere il sollievo dall'ansia, dal dolore e dalla paura.
Ad esempio, la persona che evita di affrontare una situazione da lei temuta, ottiene un notevole sollievo. Questo è un altro effetto che mantiene il comportamento, in tal caso, di fuga o di evitamento. Coloro che non affrontano le responsabilità della vita sono spesso guidati da questo meccanismo.
Un altro effetto del comportamento potrebbe essere la punizione. Cosa intendiamo per punizione? Ad esempio, se l'allievo disturba, l'insegnante lo riprende... se il bambino disubbidisce, il genitore lo sgrida oppure... lo sculaccia... Se una persona offende l'interlocutore o lo prende in giro, questi può giustamente offendersi. Arrabbiarsi o mortificarsi. Molti sono convinti che la punizione sia l'unico mezzo per eliminare un comportamento indesiderato. In realtà, la punizione non sopprime il comportamento scorretto. L'alunno continua a disturbare, il bambino a disubbidire e la persona aggressiva mantiene la sua condotta. Per quale motivo ciò si verifica? Perché attraverso la punizione viene data attenzione all’altra persona... e l'attenzione è un bisogno fondamentale.
L'unico effetto che elimina completamente un comportamento indesiderato è l'indifferenza.
Riflettiamo su ciò che di solito accade: quando ci comportiamo bene nessuno ci dice nulla perché «abbiamo fatto il nostro dovere», quindi i comportamenti positivi sono dati per scontati e producono indifferenza. Quando sbagliamo, tutti sono pronti a sottolineare il nostro errore, difetto o mancanza e, in tal modo, ci danno attenzione. A causa di questo condizionamento, siamo portati a dare per scontate le nostre qualità, i nostri pregi e quelli altrui, mentre siamo attenti ai difetti, alle mancanze e agli errori nostri e delle persone che ci circondano. Questa è la causa del fenomeno della bassa autostima che, in misura maggiore o minore, tutti viviamo, favorita anche da errate interpretazioni di alcuni insegnamenti religiosi che portano alcune persone a sentirsi in colpa quando si lodano. Alcune convinzioni errate sottolineano, per contro, che la persona disposta ad ammettere i suoi difetti ed errori è una persona «debole». L'autostima può essere appresa mediante semplici tecniche che si rifanno, prevalentemente, alla scuola cognitiva di Albert Ellis e Aaron T. Beck secondo il principio: «Pensa bene e ti sentirai meglio». L'autostima è l'atteggiamento che ciascuno di noi ha nei confronti di se stesso. Comprende l'aspetto cognitivo, ossia le opinioni che ognuno ha di sé e che riguardano: il suo aspetto fisico, le sue emozioni, la sua vita affettiva e sociale, le sue conoscenze, la sua professione, la sua moralità, il raggiungimento degli obbiettivi prefissati; in altre parole la sua autorealizzazione; l'aspetto emotivo, ossia cosa la persona prova nei propri confronti, come ad esempio: affetto, indifferenza, ostilità; l'aspetto comportamentale, ovvero come la persona si comporta nei suoi riguardi: se ha rispetto di sé, se soddisfa i suoi bisogni, se sa creare delle condizioni soddisfacenti per sè, se cura la sua salute, ecc.
L'autostima non va confusa con un atteggiamento di superiorità, infatti può essere posta al centro di un continuum alle cui estremità sono collocate le due manifestazioni estreme della bassa autostima:
SOTTOVALUTAZIONE DI SÉ >> la persona vede solo i suoi difetti
AUTOSTIMA >> la persona vede sia i suoi pregi che i suoi difetti
SOPRAVVALUTAZIONE >> la persona vede solo i suoi pregi
Dal libro "Autostima" di M.C. Strocchi (Ed. San Paolo)
Sia la persona che si sottovaluta, sia la persona con un atteggiamento arrogante hanno una bassa autostima, in quanto la persona che ha un sano amore per se stessa ammette con serenità sia i suoi pregi che i suoi limiti, cercando di migliorare. La frase chiave di una persona che si stima potrebbe essere: «Amo me stessa per quello che sono, ma posso migliorare». In genere riscontriamo due atteggiamenti opposti: l'atteggiamento di chi da sempre la colpa a se stesso per ogni errore o situazione e l'atteggiamento di chi da sempre la colpa agli altri. Entrambi non favoriscono l'autostima.È possibile, quindi, cambiare e acquisire una maggiore stima di sé per la propria salute e per la propria autorealizzazione. La bassa autostima è causa di:
• Paure e fobie
• Difficoltà interpersonali
• Ansia e insicurezza
• Dipendenza dal giudizio altrui
• Depressione
• Mancata realizzazione delle proprie potenzialità
La persona che ha stima di sé: non ha paura di sbagliare, stabilisce buone relazioni con gli altri, sa affrontare meglio le difficoltà e gli insuccessi della vita, non dipende dal giudizio degli altri e sa farsi rispettare, sviluppa le sue potenzialità.
Non si può amare se stessi se non si impara ad accettare le proprie debolezze. Un punto debole per molte persone è l'accettazione delle emozioni negative.
La nostra cultura ci spinge all'autocontrollo e molte |e persone reprimono emozioni frequenti, come paura, insicurezza, ansia, dolore, rabbia. Quando le vivono, si temono in colpa o si giudicano negativamente.
È molto importante anche imparare ad accettare i propri errori, debolezze, limiti e insuccessi. Chi accetta se stesso, si riconosce come essere umano fallibile e non si meraviglia né si angoscia troppo per il fatto di sbagliare. Riconosce seriamente gli aspetti spiacevoli della propria personalità, assume la responsabilità di tutte le sue azioni, senza dare la colpa agli altri o al destino e senza sentirsi in colpa più del dovuto. L'orrore dell'errore è un errore peggiore! L'accettazione di sé è un requisito fondamentale dell'autostima. Ciò è stato dimostrato anche da Maslow che, facendo un'indagine sugli individui felici, ha identificato una serie di bisogni fondamentali che ha riunito graficamente in una piramide
Dal libro "Autostima" di M.C. Strocchi (Ed. San Paolo)
L'AFFETTO SINCERO VERSO SE STESSI
Per acquisire la stima di sé, si deve imparare ad avere una disposizione positiva, amichevole, comprensiva e benevola verso se stessi, così da sentirsi in pace e non in guerra con i propri pensieri e sentimenti - anche se sgradevoli -, con la propria immaginazione e il proprio corpo. Si è capaci di gioire della solitudine senza disdegnare la compagnia e ci si trova bene con se stessi, nella propria pelle.
Molti hanno difficoltà a guardarsi allo specchio e a provare sentimenti positivi e amorevoli verso se stessi, per cui suggerisco un esercizio.
L'ATTENZIONE AI NOSTRI BISOGNI
Spesso, quando siamo in compagnia degli altri, mortifichiamo i nostri bisogni per accontentare gli amici. Ad esempio, abbiamo sonno ma facciamo finta di niente perché gli amici vogliono fare tardi, oppure abbiamo fame, ma aspettiamo che gli altri vadano a cena.
Oppure abbiamo un senso del dovere eccessivo e ci sacrifichiamo troppo per la famiglia o per il lavoro e non ci concediamo mai un momento per prenderci cura di noi. La persona che ha stima di sé preferisce il piacere al dolore e dice agli amici: «Mi ha fatto molto piacere stare con voi, ma ora sono stanca e vado a riposare», oppure: «Vado a prendermi uno spuntino per rompere il digiuno prima della cena». Si concede sempre un momento per sé pur amando la sua famiglia e il suo lavoro.
Dal libro "Autostima" di M.C. Strocchi (Ed. San Paolo)
Indizi positivi: la persona con una buona autostima
Indizi negativi: la persona che ha una bassa autostima
Indizi positivi:
Crede fermamente in alcuni valori e principi, ma è disposta a modificarli se nuove esperienze le dimostrano di essere in errore; in altre parole non è rigida.
È capace di agire come ritiene più giusto, senza sentirsi colpevole se qualcun altro non è d'accordo con lei.
Vive il più possibile nel presente, lasciando da parte il passato e non preoccupandosi eccessivamente per il futuro.
Ha fiducia nelle sue capacità ma è disposta a chiedere aiuto in caso di bisogno.
Si confronta con gli altri in modo sereno, solo su determinati aspetti, cercando di imparare dagli altri ad essere migliore, sentendosi comunque uguale agli altri ed evitando sentimenti di inferiorità e superiorità.
Ritiene di avere valore per le persone con cui ha rapporti di amicizia e di amore; in caso contrario, è disposta a interrompere relazioni insoddisfacenti.
Non si fa manipolare dagli altri, pur essendo disposta a collaborare con loro.
Riconosce e accetta in se stessa la presenza di emozioni e sentimenti sia positivi che negativi come parte della vita di tutti gli esseri umani.
Sa gioire di attività diverse ed è flessibile.
È sensibile ai sentimenti e ai bisogni degli altri.
Indizi negativi: la persona che ha una bassa autostima
Tende continuamente ad autocriticarsi per ogni errore, imperfezione, difetto.
È ipersensibile alle critiche e si offende facilmente per ogni piccola osservazione.
È indecisa e non sa mai cosa fare.
Ha sempre bisogno di essere accettata dagli altri e teme il loro giudizio, perciò tende ad essere compiacente.
È perfezionista e quindi è sempre insoddisfatta di sé.
Si sente spesso in colpa ed esagera l'entità dei suoi errori.
È sempre ostile, irritabile ed esplode facilmente anche per cose di poco conto.
Ha sempre bisogno di criticare e c'è sempre qualcosa che non va nelle situazioni e nelle persone che incontra.
Ha tendenze depressive, vede tutto nero... la propria vita, il futuro, è incline a una indifferenza generalizzata al piacere di vivere e alla vita stessa.
Per acquisire una maggiore autostima, dobbiamo acquisire le seguenti quattro caratteristiche:
L'APPREZZAMENTO DI SÉ. L'ACCETTAZIONE DI LIMITI, ERRORI. .. L'AFFETTO SINCERO PER SE STESSI. L'ATTENZIONE AI PROPRI BISOGNI.
Dal libro "Autostima" di M.C. Strocchi (Ed. San Paolo)
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