Da sempre se sentiamo parlare di depressione ci vengono in mente storie, di ogni sorta, di donne abbandonate al loro problema, in balia delle proprie emozioni, e vicissitudini. Ma se è l’uomo ad avere questo problema?
Nonostante quello che si pensi comunemente anche gli uomini sono colpiti dal malessere della depressione. Solitamente però tramite una diagnosi errata o rifiuto del problema… questo disturbo è sottovalutato nella popolazione maschile. Questo atteggiamento impedisce una corretta presa in carico del problema. La spiegazione delle ragioni di questa errata valutazione?
Secondo i dati americani, il 70% degli uomini che soffre di depressione non è preso in carico.
Da dove deriva questo problema?
Criteri diagnostici errati?
Tuttavia, i sintomi della depressione sono noti. Sono riportati nel Diagnostic and Statistical Manual of mental disorders (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), noto anche con l’acronimo DSM-IV, uno degli strumenti diagnostici per disturbi mentali più utilizzati da medici, psichiatri e psicologi di tutto il mondo. Tra i nove sintomi citati, almeno cinque devono esistere da 2 settimane e uno dei primi 2 deve tassativamente essere presente:
- Umore depresso continuo;
- Perdita di interesse o di piacere per qualsiasi attività;
- Disturbi dell’appetito o variazione del peso corporeo di almeno il 5% nel corso dell’ultimo mese;
- Disturbi del sonno (insonnia o ipersonnia);
– Agitazione o rallentamento inequivocabile;
– Stanchezza eccessiva;
– Senso di colpa inappropriato;
– Difficoltà di concentrazione;
– Pensieri negativi (addirittura pensieri di morte, di suicidio).
Da dove deriva questo problema?
Criteri diagnostici errati?
Tuttavia, i sintomi della depressione sono noti. Sono riportati nel Diagnostic and Statistical Manual of mental disorders (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), noto anche con l’acronimo DSM-IV, uno degli strumenti diagnostici per disturbi mentali più utilizzati da medici, psichiatri e psicologi di tutto il mondo. Tra i nove sintomi citati, almeno cinque devono esistere da 2 settimane e uno dei primi 2 deve tassativamente essere presente:
- Umore depresso continuo;
- Perdita di interesse o di piacere per qualsiasi attività;
- Disturbi dell’appetito o variazione del peso corporeo di almeno il 5% nel corso dell’ultimo mese;
- Disturbi del sonno (insonnia o ipersonnia);
– Agitazione o rallentamento inequivocabile;
– Stanchezza eccessiva;
– Senso di colpa inappropriato;
– Difficoltà di concentrazione;
– Pensieri negativi (addirittura pensieri di morte, di suicidio).
Questi criteri sono rimessi in discussione: a quanto pare, sarebbero all’origine di parte dei casi di depressione maschile finora ignorati. Infatti, alcuni specialisti considerano questi sintomi come troppo “femminili”. Non permettono di rivelare la presenza di uno stato depressivo nell’uomo, che può manifestarsi in modo differente: sbalzi d’umore, aggressività, rifiuto dell’intimità, rifugio nell’alcol, nella droga, nello sport. Un ripiegamento su se stesso
Ma il problema non è unicamente legato a una mancanza di diagnosi: l’uomo rifiuta di riconoscere di soffrire di depressione. Al contrario, si chiude in se stesso e nasconde la sua condizione a familiari e amici. Ed è proprio questo ripiegamento su se stesso che impedisce di riconoscere il disturbo e di prenderlo in carico. Questa ignoranza della depressione maschile e l’assenza di trattamento sarebbero all’origine di numerose conseguenze: alcolismo, violenza, e così via. Questa forma di depressione sarebbe anche responsabile dei problemi di coppia. Inoltre, alcuni uomini si rifugerebbero nel lavoro, nello sport o in altre attività che praticano in modo intensivo per dimenticare i loro problemi. Questi fenomeni sono considerati comportamenti elusivi della depressione. Alcuni parlano anche di “equivalenti depressivi”, ovvero di una depressione mascherata.
Se l’esistenza della depressione maschile è un dato di fatto, alcuni arrivano persino ad accusare le case farmaceutiche di gonfiare artificialmente i numeri per amplificare il fenomeno e creare un nuovo mercato. Per lo meno, questa è la tesi sostenuta da Philippe Pignarre, noto per avere accusato gli “antidepressivi di creare la depressione”. Esagerato o no, il problema esiste. E la depressione maschile rimane una malattia troppo spesso taciuta. La sua presa in carico passa attraverso un migliore riconoscimento e l’accettazione di questa malattia.
Ma volendo fare una considerazione aggiuntiva penso sia molto rilevante riflettere sul fatto che anche gli uomini, considerati secondo un antico stereotipo, duri, forti, che non sono vittime degli umori o degli eventi, debbano accettare le proprie debolezze.
Anche gli uomini possono essere fragili, anche gli uomini possono aver bisogno di aiuto e sostegno.
Appunto per questo è importante che l’uomo, nel momento in cui si rende conto che c’è qualcosa che non và, possa prontamente chiedere un aiuto ad un serio professionista, senza alcun timore di essere sminuito nella propria mascolinità.
Perchè dover accettare passivamente il proprio disagio e continuare a soffrire, quando si può intervenire e risolvere?
Fonte per riferimenti ed approdimenti libro di Terrence Real, “I Don’t Want to Talk About It: Overcoming the Secret Legacy of Male Depression” e Intervista pubblicata sulla rivista “Elle”, settembre 2001)
http://www.cittadiniesalute.it/
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